da Pietro Menconi | Lug 5, 2022 | blog, Adeguamento Privacy
Il Garante della Privacy, come era prevedibile, ha chiesto di sospendere Google Analytics in quanto i dati vengono trasferiti negli Stati Uniti (paese privo di un adeguato livello di protezione) senza il consenso degli utenti violando la normativa sulla protezione dei dati.
Diciamo che al momento non si tratta di un divieto vero e proprio ma di una sospensione in attesa che il sito in questione, adotti le misure necessarie per garantire la conformità col GDPR in merito al trasferimento dei dati in USA.
Quali sono i dati che GA raccoglie:
- indirizzi ip del dispositivo dell’utente
- informazioni relative al browser ed sistema operativo
- la lingua utilizzata
- data e ora della visita
Il garante ritiene che la legislazione USA non offra garanzie adeguate, non in linea con gli standard del GDPR.
Il garante ha dato 90 giorni di tempo per adottare misure adeguate, questo vuol dire che gli scenari possono cambiare e che Google potrebbe adottare le misure richieste dal Garante.
Una delle misure che è possibile adottare nel breve periodo è quella di migrare a Google Analytics 4 (non esiste certezza che sia conforme, unica cosa certa è che il garante si è espresso solo nei confronti di Universal Analytics e non di GA4).
GA4 presenta alcune caratteristiche che lo rendono “più conforme”:
- non gestisce ip degli utenti
- i dati vengono gestiti tramite server proxy collocato in Europa
- anonimizzare gli indirizzi ip
Il consiglio è quello di passare a GA4, anche perchè nel 2023 Universal verrà dismesso e tanto vale farlo adesso.
Se hai bisogno di supporto contattaci.
da Pietro Menconi | Mar 18, 2020 | blog
Smart working ossia Lavoro agile. Il nostro “lavoro da casa”. Per anni ho lavorato da casa, adesso ho scoperto che facevo smart working.
Le piccole aziende e i piccoli studi di professionisti, possono sfruttare la suite di Google che mette a disposizione:
- hangouts: permette di effettuare videoconferenze di gruppo (50 persone), condivisione del monitor.
- drive: spazio cloud per archiviare e condividere i tuoi documenti.
- Creazione e importazione di file word, power point, excel.
- Condivisione del file e la possibilità di lavorare contemporaneamente sullo stesso documento.
- Facile da usare anche l’app per Android e per Iphone
Praticamente avete tutto quello che vi serve con dei costi decisamente contenuti rispetto ad altre soluzioni che si trovano sul mercato.
Con una soluzione del genere, oltre a poter lavorare agilmente sia da casa che in mobilità, vi levate anche il peso del Backup dei dati. Visitate la pagina GOOGLE APPS per vedere i servizi che offriamo e capire come possiamo aiutarvi.
da Pietro Menconi | Mar 16, 2019 | blog, sicurezza informatica
Controllare se un dominio o un indirizzo email è in blacklist
P.S. nel caso fosse il tuo indirizzo IP in blacklist, visita questa pagina
Dominio in Blacklist cosa vuol dire?
Ogni dominio è associato ad un indirizzo IP, esistono delle liste aggiornate e rese disponibili da una serie di server in cui vengono elencati indirizzi IP fonte di spam. Questo sistema viene utilizzato dai produttori si software e dai provider di posta per combattere lo spam e la diffusione di Malware, Trojan, SpyWare, ec…
E’ un sistema molto efficace che tuttavia può causare dei disservizi, primo fra tutti quello di essere identificati da Google come “sito compromesso” o “sito non sicuro” con la conseguente penalizzazione nei risultati del motore di ricerca e nella peggiore delle ipotesi di non essere raggiungibili. Altro disservizio pesante è quello di essere identificati come spammer e quindi vedersi rifiutate le email dai principali servizi di posta (gmail, hotmail, ec.) e dai client che hanno un antispam configurato in maniera corretta.
Perchè il dominio è in blacklist
Molti siti risiedono su hosting condivisi e spesso la causa è dovuta ad un altro sito che condivide il vostro indirizzo IP (a meno che lo spammer non siate voi). Altro motivo è l’uso/abuso di CMS open source come WordPress, Joomla, Drupal, Prestashop, non aggiornati.
Alcuni servizi di posta come Alice e Libero, hanno la “black list facile”, spesso le email inviate tramite questi server SMTP finiscono nelle liste nere abbastanza facilmente. In questo caso la soluzione migliore è utilizzare un server SMTP dedicato.
Tipologie di blacklist
Personali: i singoli utenti possono utilizzare i filtri antispam per aggiungere mittenti alle loro liste indesiderate. In questo caso non è possibile intervenire a meno che non si chieda all’utente di rimuovere la casella email dalla propria blacl list
Provider: liste impostate a livello di provider, se ad esempio Google (gmail) o Microsoft (hotmail) segnalano un account come spammer, le email inviate verso account gestire da questi provider vengono segnate come spam. Bisogna individuare e risolvere il motivo che ha generato l’inserimento nella black list e tentare di contattare i provider per chiedere la rimozione
Globale: sono delle liste globali che ad esempio raccolgono le liste provenienti da più Provider. Per sanare la situazione è necessario agire a secondo del caso in cui ci si trova, nella maggior parte dei casi è necessario rivolgersi e chiedere informazioni al gestore del dominio.
Come posso scoprire se il mio dominio è in blacklist?
Uno strumento attendibile è mxtoolbox.com
Come posso rimuovere un dominio dalla blacklist?
Come prima cosa è necessario individuare le cause che hanno portato a questa situazione, fatto questo bisogna sanare il problema (ad esempio eliminare codice malevole) e contattare il gestore della blacklist.
Contattaci per rimuovere il tuo dominio e/o la mail dalle black-list
da Pietro Menconi | Mar 20, 2018 | blog
Il 12 Marzo con un Tweet Google ha confermato di aver eseguito un importante aggiornamento dell’algoritmo di ranking.
Google ha aggiunto che “rilascia ogni giorno Google una o più modifiche per ottimizzare e migliorare i risultati nelle ricerce, alcune sono dei miglioramenti specifici, altri sono ampi cambiamenti”, quello di Marzo è stato un “aggiornamento al core dell’algoritmo”.
Google ha proseguito spiegando che “come con qualsiasi aggiornamento, alcuni siti potrebbero notare diminuzioni o incrementi di traffico; non c’è niente di sbagliato nelle pagine che hanno perso traffico perchè l’update sta avvantaggiando le pagine che in precedenza erano sotto-premiate”.
Non esiste quindi una correzione consigliata se non quella di continuare a concentrarsi sulla creazione di contenuti di qualità.
Non esiste un nome ufficiale all’ aggiornamento poichè si tratta di un “core update“.
da Pietro Menconi | Lug 26, 2017 | blog
Ho un vecchio pc del 2008, un Lenovo ThinkPad X300 con XP ormai obsoleto, mi scocciava tenerlo in naftalina e non volevo neppure installare una versione leggera di Linux perchè ho gia delle macchine in cui gira l’ottimo SO open source, per cui ho deciso di provare Chrome OS.
Risulato? Una vera bomba, il pc si accende ed è online in 20 secondi!
Vediamo come funziona
Il primo metodo per installare Chrome OS su PC è quello di scaricare l’ultima versione del sistema operativo di Google da questo link. All’interno della pagina web dedicata troverai varie sigle. Le build CARMOS per i processori ARM, le build Cx86OS per i PC con processori a 32 bit e, infine, le build Camd64OS per i computer con processori a 64 bit.
Prima di scaricare una delle ultime build, è importante di controllare il processore presente sul vostro computer dal Pannello di controllo di Windows oppure cercate su google le caratteristiche del vostro vecchio pc/notebook
Terminata la procedura di download è necessario aprire il file con un programma come WinRAR o 7zip. A questo punto è possibile realizzare una chiavetta USB “bootabile”. Per far ciò è necessario avere un modello da almeno 4GB e utilizzare dei software come Windows Image Writer. Lancia il programma e seleziona l’immagine e poi fai click sul pulsante Scrivi per creare la chiavetta USB con Chrome OS.
Ricorda, infine, di cambiare la sequenza di boot nel BIOS. Il boot da porta USB deve essere effettuato prima di quello dell’hard disk.
Avvia il pc con la chiavetta USB inserita ed il gioco è fatto, puoi decidere se mantenere il sistema operativo sulla chiavetta oppure se installarlo direttamente sul pc.
PS condizione indispensabile è quella di avere un account GOOGLE.
PUNTO DI FORZA CHE POI E’ ANCHE IL PUNTO DI DEBOLEZZA:
Il punto di forza, ma anche di debolezza, di Chrome OS è quello di essere basato sul cloud, fattore che lo rende ideale per tutti coloro che amano salvare i file sulla nuvola e ritrovarli sempre lì, con qualsiasi dispositivo. DropBox, OneDrive, GoogleDrive sono i sistemi cloud che funzionano meglio con Chrome (tra quelli gratuiti ovviamente) oppure se avete un NAS privato potete utilizzare CloudNas, lo trovare tra le app di ChromeStore.
Potete utilizzare i tool di google per editare/creare file word, excel, powerpoint, se non potete fare a meno di utilizzare i programmi della microsoft, fate un abbonamento a office 365, dovrebbe costare sui 100 euro annuali (piu o meno).